lunedì 24 marzo 2014

No alla centrale a biomasse di Lequile



 Energia elettrica in Puglia: aumenta la produzione, diminuiscono i consL'83,5 per cento dell'energia prodotta nella regione Puglia risulta in eccedenza



Sono già tante le questioni ambientali che riguardano il territorio, tra cui Tap e le trivellazioni a poche miglia da Porto Cesareo, vicende che “devono essere di monito e spronare i cittadini a interessarsi e capire bene che cosa sta accadendo sopra le loro teste. Di pochi giorni fa è la notizia che è stato avviato l’iter per la costruzione nel territorio di Lequile, in località Curmuni (SP 362 Lecce-Galatina), e quindi con ripercussioni ambientali su tutto il territorio, di una centrale a biomasse. Il progetto prevede, per la garanzia di funzionamento dell’impianto, la necessità di bruciare, ininterrottamente, oltre due tonnellate di sansa all’ora”. E dunque, si tratterebbe di “un inceneritore di vegetali, battezzato centrale a biomasse che, nonostante l’uso di risorse verdi, non può essere considerato un impianto ecologico come alcuni vorrebbero farci credere. Una simile struttura, che serve per produrre e vendere corrente elettrica all’Enel, con esclusivo beneficio per i guadagni aziendali, non può, in alcun modo, giustificare l’impatto ambientale che andrà a produrre”.
Allo stesso modo “non regge la tesi circa l’eventuale creazione di qualche posto di lavoro in più, per il semplice fatto che il settore turistico dovrà tagliare a causa del forte impatto ambientale dei fumi e delle polveri, pericolose e nocive per l’ambiente e la salute”.
Per tanto, l'Associazione Spazi Popolari aderisce all'appello del comitato " NO ALLA CENTRALE A BIOMASSE.

Sono intervenuti : 
Prof. Giuseppe Serravezza presidente Lilt ( Lega italiana contro i tumori )
Ivano Gioffreda ( Spazi Popolari )
Ernani Favale ( Comitato No Centrale ) 
Gianluca Maggiore ( Comitato NO TAP ) 










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